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Vasco Rossi, vita stravolta dalla morte di mio padre

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Una intervista a tutto tondo, quella rilasciata da Vasco Rossi a Sette del Corriere della Sera. Il rocker si mette a nudo e parla dell’episodio che ha cambiato la sua vita, ovvero la morte del padre.

Ricorda Vasco Rossi:

Papà morì a 56 anni. Un ictus, mentre faceva manovra con il camion, tra i silos di Trieste. Sono andato a prenderlo. Fu uno choc terribile. La mia vita cambiò. Cominciai a fare sul serio; fino ad allora avevo scherzato. Tornavo a casa alle sette del mattino e mio padre non c’era, si era alzato alle quattro. Io facevo il fighetto, ero dj e mettevo musica da discoteca che detestavo: ascoltavo Genesis e Pink Floyd, Madonna e Michael Jackson mi facevano orrore. Dopo la morte, mio padre mi è entrato dentro. Mi ha lasciato la sua parte combattente, testarda, che si è unita alle malinconie, alle gioie, alle canzoni che mi arrivano da mia madre. Allora è cominciata la guerra. E da cantautore sono diventato un rocker.

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Poi un riferimento all’uso di droga che ha caratterizzato molti anni della sua vita:

La droga era una fuga dalla fatica di vivere. Mi trovarono con 26 grammi di cocaina. Ho fatto quasi un mese di galera, cinque giorni in isolamento. L’unico a venirmi a trovare fu Fabrizio De André, con Dori. Pannella mandò un telegramma. Il carcere fu un modo per disintossicarmi, e anche per resettarmi. Fino ad allora ero convinto di bruciare in fretta, di morire giovane. Mi dissi che dalla sofferenza non si fugge, ed era meglio andare sino in fondo alla vita, per vedere come va a finire questa bella storia. E sono ancora qua.

Photo Credits | Getty Images

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