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Renzo Bossi non è un figlio di papà

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Renzo Bossi è conosciuto al grande pubblico per gli scarsi risultati scolastici (bocciato tre volte alla maturità) e ora è consigliere regionale della Lega in Lombardia e responsabile dei media del partito, per la modica somma di 12.000 euro al mese. Il ragazzo è stanco di sentirsi chiamare “figlio di papà” così ha deciso di rilasciare un’intervista a Chi per levarsi qualche sassolino dalla scarpa. il “trota” racconta di non adorare la vita mondana, preferendo le cene in trattoria con amici e militanti della Lega e spiega i motivi che l’hanno spinto a entrare in politica.


Il giovane 22enne rivela di essere entrato nel partito per stare ancora più vicino al padre dopo la convalescenza e per dare voce a tutte quelle persone che non possono esprimere i proprio punto di vista; per quanto riguarda il federalismo Bossi Jr. è convinto che servirà a valorizzare il patrimonio e a creare aggregazione.
Renzo sembra avere le idee chiare infatti è ben consapevole del fatto che molte ragazze si avvicinano a lui non per “bellezza e ingenio“, ma perché attirate dalle copertine patinate dei giornali, inoltre svela di avere una passione per la musica dialettale e il pianoforte.

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