Piovono critiche su Barbara D’Urso, ma stavolta a “massacrarla†non è Selvaggia Lucarelli (impegnata in questi giorni con la querelle con Belen Rodriguez che l’ha fatta cacciare dal Ricci di Milano).
A scagliarsi contro la conduttrice di Canale 5 è stato Paolo Romani, presidente dei senatori di Forza Italia.
Il politico si è affidato ai social lanciando una frecciatina su Twitter ai danni della conduttrice Mediaset.
D’Urso sei inadeguata e insopportabile. Occupati di amori, canti, balli e pettegolezzi, non di problemi seri. Dov’è il direttore di Canale 5.
Ha scritto Romani che evidentemente non ha digerito il cambio di stile della D’Urso che nel corso del suo programma su Canale 5, Domenica Live, ha parlato dei tragici attentati di Parigi tralasciando per una volta pettegolezzi e lacrime in diretta tv. Romani però non ha apprezzato non considerando all’altezza della situazione la D’Urso e si è appellato ai vertici Mediaset per farli intervenire. L’attacco di Romani però ha scatenato la reazione dei social sollevando la solidarietà di molti (anche insospettabili) che hanno difeso proprio Barbara D’Urso. Una delle prime a reagire è stata Daniela Santanchè che ha coniato l’hashtag: Io sto con Barbara D’Urso. A difendere la conduttrice è intervenuto anche Gianfranco Librandi, deputato di Scelta Civica
Esprimo la mia solidarietà a D’Urso capace, come pochi, di rendere accessibili a tutti contenuti non sempre facili. Se Romani preferisce ragionamenti filosofici dedicati a pochi eletti ben per lui, ma non mandi pizzini impropri via Twitter.
In difesa di Carmelita sono intervenuti anche i leghisti Gianluca Bonanno e il segretario della Lega Matteo Salvini.
Triste che la politica, soprattutto in un momento difficile e delicato come questo, si preoccupi di attaccare conduttori televisivi invece di occuparsi dei problemi reali del Paese. Solidarietà a Barbara D’Urso.
Non mancano gli interventi di Claudio Brachino, direttore di Videonews, Pierluigi Diaco e addirittura Emiliano Liuzzi de Il Fatto Quotidiano che hanno chiamato in causa il rischio della censura difendendo per una volta la tanto vitueperata Carmelita.
