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Nicola Savino, ecco come è stata la mia infanzia

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Nicola Savino di solito non parla molto di se stesso ma stavolta fa una eccezione e racconta qualcosa di quando era bambino. Come era la sua famiglia, quando è cominciata la sua passione per la radio, tanti aspetti della sua vita che fino ad oggi non aveva mai approfondito.

Una intervista a tutto tondo della quale il conduttore di Quelli Che Il Calcio (confermato anche per la prossima stagione) si è reso protagonista nel corso del programma Sottovoce: ecco quanto raccontato da Nicola Savino.

Ho avuto la sfortuna di un padre che lavorava tantissimo, ma che quando tornava tornava carico di radio, acquistate anche dal Medio Oriente. Ascoltando la radio cercavo di trovare la sua voce. Da lì è nata la grande passione per la radio. La mia non è l’epopea dei genitori con la valigia di cartone. E’ una storia di media borghesia. L’Eni, che era il nostro Ente nazionale Idrocarburi, cercava ingegneri ancor prima che finissero di laurearsi. Si ricevevano diverse proposte di lavoro. Sembra incredibile col tasso di disoccupazione attuale. Allora stava nascendo l’esperimento sociale di Metanopoli, un quartier generale voluto dall’allora mente suprema, Enrico Mattei, per me fantastico. Era un posto pieno di verde alle porte di Milano. Eravamo tutti medi, non eravamo figli di ricchi né di poveri. Un luogo affascinante. Non eravamo solo meridionali. Era una storia di meridionalismo atipico. Mia madre conobbe mio padre all’Università di Napoli, lei faceva farmacia, lui ingegneria. Da lì iniziarono a viaggiare per il mondo per il lavoro di mio padre

Photo Credits | Getty Images

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