Si è parlato molto della scritta omofoba che qualcuno ha lasciato su un cartellone che sponsorizzava il concerto di Mika a Firenze e a distanza di giorni il cantante, che vedremo confermato a X Factor 9, racconta di come si è sentito.
Mika lo racconta in una lunga intervista al Corriere nella quale punta l’attenzione sugli aspetti positivi di questa triste vicenda, ovvero sulla vicinanza dei fan e delle persone che gli girano intorno.
Quando ho visto su Instagram la foto del poster di Firenze, con la mia faccia imbrattata, mi sono sentito triste, umiliato. Il primo istinto è stato: non dire niente a nessuno, non replicare, non muovermi. Sono in tour, posso girarmi dall’altra parte, esibirmi e stare bene. Spingere lontano gli insulti. Ma i fan hanno iniziato a parlarne, gli amici a scrivermi messaggi. E mi sono reso conto che la mia prima reazione era ancora quella di un tempo, quella di una persona molto giovane che si sentiva impotente. A scuola ero così, inerme. Se allora avessi risposto mi avrebbero picchiato e non avrei ottenuto altro che tornare a casa con un livido in faccia. So che cos’è il bullismo, mi venivano addosso. Per razzismo, per il fatto che mia madre era grassa o perché in quel periodo avevamo problemi di soldi. Soprattutto, l’80 per cento delle volte, per la mia sessualità . Prima ancora che io fossi consapevole della mia sessualitÃ
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Ma Mika ha trovato ancora una volta l’affetto di tante persone che lo seguono e che apprezzano la sua voce, fregandosene del suo orientamento sessuale.
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