Il nuovo singolo di Annalisa, “Maschio”, ha rapidamente scalato le classifiche, debuttando nella top 20 Fimi.
Nonostante il successo commerciale, il brano è finito al centro di una controversia accesa, scatenando reazioni indignate, soprattutto da parte di alcuni esponenti e osservatori del mondo cristiano, che lo hanno etichettato come “blasfemo”.

Le accuse di blasfemia e l’intervento di Simone Pillon
Il fulcro della polemica risiede nel ritornello della canzone, che recita: “Ma te lo giuro su Maria. L’amore cieco è una teoria. Non parli mai di gelosia, ma io lo so, anche un maschio a volte piange. Se fossi nella tua camicia o anche più giù, mi diresti ‘pervertita’ o peggio, ‘fai tu’. Ma perdona i miei peccati come ha fatto Gesù, come hai fatto con le altre”.
Questi versi hanno provocato l’immediata reazione di Simone Pillon, noto per le sue posizioni conservatrici e la sua propensione alle polemiche. Pillon ha espresso la sua ferma condanna tramite un tweet, affermando che la canzone “inneggia al cambio di genere, propone di invertire Adamo ed Eva e invoca Gesù e Maria come testimonial del transessualismo”. Ha poi rincarato la dose, accusando Annalisa di cercare di rilanciare le vendite attraverso un “patetico dileggio del Signore Gesù e della Beata Vergine Maria”, e sollevando la questione del perché “attaccano sempre la fede cristiana e non sfottono mai l’Islam?”.
La risonanza sul web e le critiche de “La Verità”
La posizione di Pillon non è rimasta isolata. La polemica ha trovato ampio eco sui social media, dove si sono scatenati numerosi commenti e accuse nei confronti dell’artista. Annalisa, dal canto suo, ha scelto di ignorare la vicenda, mantenendo un profilo basso. Pillon ha anche condiviso un articolo de La Verità, che ha ricalcato le accuse di blasfemia. Il quotidiano ha definito “Maschio” come un brano “musicalmente riuscitissimo ma che indulge in un gratuito e inutile dileggio della religione, spernacchiando Cristo e la Madonna, in un quadretto di erotismo da recitina. Imbellettato dal solito indigesto predicozzo femminista”.
La vicenda ha messo in luce una chiara differenza di interpretazione tra chi vede nei versi di Annalisa una citazione e chi, invece, li considera una vera e propria denigrazione. Mentre per molti la distinzione dovrebbe essere ovvia, la polemica ha dimostrato il contrario, alimentando un dibattito surreale.
Nei commenti online, non sono mancate le accuse più estreme, come quella di “anima venduta al diavolo”. Alcuni utenti hanno ricordato una presunta immagine passata di Annalisa, descritta come “ragazza timida, pudica e con mai indosso un pantalone strappato”, contrapponendola alla sua attuale immagine. Un accanimento che sembra a dir poco esagerato nei confronti di una cantante che ha trovato la chiave per il suo successo e che giustamente ha deciso di continuare su questa strada.