Uscito dal carcere per terminare di scontare la pena presso la comunità Exodus di Don Mazzi, Fabrizio Corona ha presto riconquistato l’attenzione mediatica, prima finendo subito sui giornali per il primo incontro con il figlio Carlos (attaccato dalla ex Nina Moric).
Ora ha addirittura tornando come protagonista nel primo evento pubblico dopo tre anni di carcere in occasione della presentazione di Metamorfosi.
Il documentario di Jacopo Giacomini e Roberto Gentile racconta proprio il percorso di “metamorfosi” di Fabrizio Corona che sarebbe cominciato nel 2011, poco prima dell’arresto, per concludersi proprio ora. 

Il carcere mi è servito.
Ha detto Corona al Cinema Odeon di Milano, dove ha avuto luogo la proiezione e dove si è presentato come un vero divo con un sostanzioso numero di bodyguard al seguito, acclamato dai fan. Lui, camicia bianca e occhiali da vista con lenti colorate, sostiene di essere totalmente cambiato dopo il carcere, ma le immagini della serata mostrano che poco o nulla sembra sia cambiato dagli eventi cui prendeva parte prima dell’evento anche perché oltre alla presentazione del documentario c’è stata anche la presentazione dei suoi nuovi marchi da sponsorizzare.
Ringrazio il magistrato per l’opportunità che mi ha dato di essere qui, è già un privilegio. C’è una frase importante in questo documentario ed è di mia madre, quando dice che “non potevo capire se non avessi provato un grandissimo dolore”. Ecco io quel dolore l’ho provato, è stato immenso.
Ha dichiarato Corona subito dopo il documentario non potendo rispondere alle domande della stampa. Poi un bilancio della sua esperienza.
► FABRIZIO CORONA, PRIME DICHIARAZIONI FUORI DAL CARCERE
Il carcere è stato un viaggio pieno di sofferenze che non vorrò mai raccontare a nessuno, forse un giorno se riuscirò a innamorarmi di nuovo potrò condividerlo con la donna della mia vita o con mio figlio quando sarà grande.
Forse lo racconterà a qualche giornale anche prima.
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